Ho provato ad ipotecare
l'ultimo respiro dell'amore
nelle insopprimibili lacerazioni 
dettate dalla follia del cuore.
Occhi lucidi delineano sentimenti lontani
e germogliano lente agonie invernali
sopra spirali di fumo grigio...
Voci mendicanti  si perdono solitarie
nella perfetta simbiosi tra legami
e torpori intensi dell'anima.
Resto abbracciato a questi ricordi latenti,
custode di un corpo senza alcun volto,
un brandello d’esistenza privo  della sua radice.
La notte accoglie il passo stanco delle emozioni
un frastuono che fiorisce sotto macerie esistenziali
laddove tutto resta assorto nel canto primordiale 
e nessun frammento d’amore s'arresta nell’alito del mondo.
 

 
 
