Il tema del reading era inerente le Marche.
Nel contesto generale ho declamato tre poesie, in particolare:
Madonna Lauretana (dedicata alla Beata Vergine di Loreto)
Quintodecimo (dedicata al borgo romano posto nel cuore dei monti Sibillini)
Io devo lavorare (dedicato agli operai della Fincantieri del porto di Ancona)
Io devo lavorare (dedicato agli operai della Fincantieri del porto di Ancona)
QUINTODECIMO
Una luce prealbare
ondeggia
sulla verde collina
ed un'ombra si china sulle finestre
in attesa che il
richiamo dei merli
risvegli l'antico borgo romano.
La vecchia chiesa sul
ponte
aspetta di compiere il suo dono
mentre il vento amico
saluta la vasta distesa di castagni .
Ognuno vive il respiro
del fiume.
l'antico Tronto fiore di deserti
la' dove aceri ed olmi
s'inchinano
lungo le sue sponde.
Si ammantano i prati
verdi
all'imminente rito del grano
ed il candore del sole
di giugno
s’ espande sopra la croce antica.
I passeri saettano
diagonali
nel vasto perimetro della
vecchia Salaria.
Tutto il contorno e’
oro purissimo
come le faggete che il vento scuote
sopra le ripe delle
Conche.
La nostra è una
leggenda d’ infanzia
che ritorna ogni solstizio d’estate
persa tra parole e
racconti di fate turchine.
E sulle labbra dei
vecchi abitanti
ancora oggi assaporo l’amore
di una terra madre che
si addormenta
nell’ultimo nugolo di stelle.
MADONNA LAURETANA
Ogni mattina
un treno
stanco
sosta per pochi attimi
lungo gli argini
d’ una vecchia stazione.
Dal fondo del piazzale
osservo
la cupola
del maestoso Santuario
posto al culmine del colle.
D’incanto
la strada diviene
la via del mio patibolo
la' dove un senso
di ampia vertigine
penetra dentro
un altare.
Il mio cuore
consuma
un breve olocausto
fisso nel volto della Vergine Madre.
E tu Maria
soave
nuvola d'oro
accogli l'estrema seduzione
delle nostre anime
come le prime fioriture
di rose in Maggio
le stesse che sbocciano
sopra la tua veste
candida
corolla immensa
della tua divina creazione.
IO DEVO LAVORARE
Una vita respinge
all'istante
il muto respiro di spettacoli
senza prove d'amore
e
fatti materiali privi d'illusione.
Mi colpisce l'affanno
del mondo.
Ancor di piu' mi
colpisce
la precisione del tempo
lungo la sua girevole
funzione
la' dove traghetta difformi voci
che fuoriescono dal
fumo rovente
di mille saldatrici elettriche.
Spezzoni di lamiere e
manufatti
-ingrigiti da questa pioggia-
restano appesi dentro
vecchi opifici.
Ristagna nell'aria
scura
l'ultimo singhiozzo proletario
l'ultima tuta blu' che
resiste
legata all'eterno filo spinato
di una croce
insanguinata.
Malgrado la dannazione
totale
di una globalita' morente
-imbandita sulla tavola
del capitale-
ascolto nelle viscere del
mare
l'ululato del potere
che invade
ed uccide la nostre coscienze.
Nulla e' cambiato
nell'universo
anche per te onesto "operaio"
l'orizzonte resta
spento e opaco
mentre il vento sinistro
soffia ancora piu'
forte sui fuochi
che presidiano nella notte
il vecchio cancello del
molo.
cari amici...ora si possono postare i vs commenti....c'è stato un piccolo inconveniente tecnico che ho già risolto...grazie
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