«Abbiamo imparato a volare come gli uccelli, a nuotare come i pesci, ma non abbiamo imparato l'arte di vivere come fratelli.» (Martin Luther King)

"Scrivere poesie non è difficile.Difficile è viverle.." Charles Bukowsky
giovedì 23 febbraio 2017
venerdì 10 febbraio 2017
Raccogli le mie emozioni
(una mia composizione)
Mai artificio
rese grembo il dolore.
Ho abbracciato
l'arsura della vita
lungo cattedrali di sabbia
raccogliendo a stento
riflesse memorie, laddove
l’incantesimo d'un
sorriso
ha rubato i miei occhi
alle tue vetrine d'amore.
Passivo dell’altrui dolore
rileggo a memoria
sillabe mai descritte nel tempo
come il nulla vincente
che s'infrange nell’infinito...
solitario presagio
di un incontro mai nato
Le mie mani si diramano
nello spazio vitale,
mentre dolci ricordi di vita
confidano la loro solitudine
nel riassunto di un volto invisibile.
Amai follemente nel fecondo
sguardo della natura,
perso tra profumi di cardo e mirto.
Fragile è il respiro
di sentimenti che se ne vanno,
ed io resto solo
con i miei cinquant'anni
a descrivere amaramente
il dolore della notte,
sillabe di lettere mai ricevute
tormenti annegati nell'anima
e baci di figli perduti.
Tutto si corrode nei vicoli del mondo,
frantumi d'esistenza
si fondono nella voce del vento
laddove
illusioni e sogni
non si avverano mai.
Brilla questa
pioggia d'argento
sopra diari ammuffiti dal tempo,
mentre tu...solo tu
sai raccogliere le mie emozioni
che ho disperso in quel campo
venduto per trenta sporchi denari,
in quel mare scuro
ricoperto da milioni di stelle cadenti.
In questo disperato appello
raccolgo un tenerissimo bacio
tralasciando fabbricanti d'illusioni
nel lugubre pianto del silenzio
e mi spingo nella luminosa rugiada
a compiere l'ennesimo gesto d'amore
sopra cieli immensi e nuvole bianche...
giovedì 9 febbraio 2017
Dio non è presente (contro ogni eccidio umano)
Oltrepasso questo steccato della memoria
e mi rifugio
nell'estenuante preghiera
recitando
un antico rosario che brucia
nelle
mani nude della morte.
Resto appeso nei
vecchi ricordi.
Solitario m'adagio nel tremore notturno.
Cristalli di pianto scendono lenti
nel manto infinito
del destino
dopo una lenta agonia
che vibra nelle profondità dell’anima.
Ho cercato una sponda
per uscire da questa prepotenza,
ho provato a balzare nel giorno
e rischiarare le trame del buio,
ma tutto tace nell'intimo della vita.
La confusione dei miei pensieri
ha liberato numerosi demoni
radicati nelle viscere umane.
Li ho passati ad uno ad uno,
ho visto il loro volto,
ho scoperto il loro nome,
ho ascoltato la loro voce...
ed ho capito in quel momento
che Dio Onnipotente
mi aveva accolto nelle sue mani
Brulico emozioni nell'odierna
"pietas"
onnipresenza
misfatta di voci tremule
che impazza
nelle parole di questo poema,
un luminoso
vuoto che trascende nella carne
come un remoto
sentore di un lungo soliloquio
che di notte
mi appare solingo nelle tenebre.
Ed allora cosi’ è la
vita
chiusa nelle sue pupille lucenti,
così è la
vanagloria di noi assassini,
così è l’esodo
di corpi senz’alcun approdo,
così è il grido disperato nel silenzio di una stanza,
così è l'urlo di una partoriente senza letto,
...così è il gemito del condannato a morte.
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