Frastuoni di parole
si perdono lungo il crinale
di una valle solitaria.
Un meriggio afoso
mi riporta alla mente
il costante rumore delle
mietitrici
indomiti diavoli rossi
che solcano l’imponente arsura
della terra mia nativa...
Il vento raccoglie nel suo canto
l’operosa mano del fattore
spighe dorate che rigogliose
raccontano il sudore del pane..
Raggi di sole lentamente s’incammino
lungo la riva degli uliveti
disegnando ombre leggere ai sassi.
Tremo nella meravigliosa pace
accarezzando il volo delle
rondini
perfette geometrie dei miei sensi.
Nell’attesa del ritorno dai campi
un profumo di gramigna e lavanda
inonda la mia anima...
Domani al sorgere dell’alba
mani callose riprenderanno
l’eterno dialogo interrotto dal
tempo
un caleidoscopio di colori
che riflettono nell’immensa acqua
di fonte …
Dolci ricordi che annunciano la bella stagione. Un abbraccio caro il mio poeta!
RispondiEliminaIn questo fine settimana approfitterò della tua ospitalità
è la mia terra.....nativa....sono le colline delle marche e dell'abruzzo, è la pace e la quiete rotta solo dal rumore dei trattori....è la vita dei contadini ancora ritenuta sana sotto tutti i punti di vista...
Eliminae si ...questa è la nostra terra ...è la terra di cui viviamo e che ci fa vivere ...adoro l'odore che questa ci da perchè è unico solo e vero ...
RispondiEliminale radici della propria terra sono cordoni ombelicali che difficilmente riesce a staccarsi dal cuore....òe visioni agresti rimangono nell'anima....e ne hai bisogno come l'aria per sopravvivere...
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