Non ho lacrime questa sera
per consumare il grido del cuore
forme smodate testimoniano
la tristezza d’immagini
divorate dentro un cammino solitario.
Ho raccolto le confidenze del cuore
raccontando al vento
la voce di gemiti indefinibili
iride incolore di un cristallo del tempo
trascorso nel tormento mai domo.
Vorrei capire l’attesa di un sogno
salvare le maledette apparenze
ricucire le ferite dell’ anima
respirare ancora …per una sola volta
la follia di un raggio di sole
e perdermi nel calore di un sorriso
eco del silenzio di una notte stellata….
uuuuuuu mamma emilio ....questo tu non lo chiami grido ..ma è il grido soffocato da tutti i tuoi gridi ...raccoglie tutti i tuoi gridi in uno unico ......forse le ferite non si possono ricucire ....possono alleviarsi ...quasi scomparire ma la cicatrice resterà sempre ...forse sempre meno evidente ....ma quando un qualcosa ti colpisce profondamente il cuore ...non si può rimatginare ....per quel che posso ....ti lascio un abbraccio ...e un mio sorriso ....conterà poco ...ma almeno ti riscalderà un pochino il cuore ....almeno spero......
RispondiEliminaCiao Barbara rispondo con eterno ritardo,....una vecchia poesia rispolverata e ritoccata di recente,...datata 2008...a volte rileggere nel tempo i tuoi scritti riesci a capire come il tempo cambia la persona...un abbraccio EMILIO
RispondiEliminaEmilio ti regalo il mio sorriso nella speranza che ogni sogno divenga una magnifica realtà. Ti abbraccio con affetto.
RispondiEliminaSpecchio
RispondiEliminaniki