Lungo
le sponde dell’esistenza
abbracciai
l’umana consolazione
come
il pianto della galaverna
nell’omertoso
giorno di Febbraio.
Nulla
è valsa questa dura pena.
Sottili
cristalli di pianto
s’addensano
nelle spirali umane,
e
la taciturna miseria penetra
lentamente nelle viscere
di
una terra madre morente…
Il
freddo diviene amico dei pensieri,
raccontando
la genesi del dolore,
come
il mutevole respiro
dell’ultimo
malato terminale….
Il
giorno sta morendo nel suo canto.
Tutto
è passato lento ed inerte
ed
il battito del cuore
si
e’ arrestato nel suo vagito
ed
io, lentamente riprendo il cammino
dentro
un abbraccio amico
un
lento e breve germogliare dell’anima,
Non ho parole Emilio! Leggo e rileggo questa tua lirica per assimilare una forza interiore unica ed energica. Grazie!
RispondiEliminaGrazie Simo.....una vecchia poesia che ho ripostato ora...
EliminaVersi che toccano come veri sentimenti e mettono l'animo nella pace, e anche nella lieve speranza di una ripresa.
RispondiEliminaGrazie Nou...la lettura della poesia coincide con il tuo pensiero,...nei mie testi co sono sempre spiragli di umana ripresa. Una buona giornata EMILIO
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