I nostri sguardi
si persero lontani
dentro languidi pensieri
e gelide mura addormentate
nel tramonto dell'universo.
Misere innocenze.
Vaghi poemi dispersi
nella vanagloria del cuore.
Nell'olimpo dei sogni
abbracciai silente l'oblio
di Thanatos, Dio della morte
e Hypnos, Dio del sonno...
Essenze trionfanti che legano
il sogno d'amore nel piacere
di labbra assetate e vogliose
sopra la mia schiena.
Nella penombra del dolore
io continuo a sopravvivere
e vesto d'una sola camicia bianca.
Incestuose fatalità che vibrano
nelle profonde spirali dell'anima
là dove Venere veste d'azzurro
e asciuga il pianto dei tuoi occhi.
Emilio una poesia da brividi....
RispondiEliminaPresto il sole tornerà a riscaldare i giorni colorati di dolci profumi. Un abbraccio affettuoso