Respiro profondamente l'intensità dei colori
che sovrastano i tremori di un alba nascente.
Regnante panacea della mia anima.
Mi abbagliano i riflessi solari,
sottili cristalli di diamanti
dispersi nel legame celeste e verde
dell'intimità del cielo e del manto marino.
Ascolto la quiete che mi circonda
lungo il bacino del vecchio molo,
e mentre osservo le nere scogliere
che interrompono l'infinita linea
che demarca l'orizzonte,
il sibilo delle sirene dei pescherecci
rapiscono la mia vena poetica.
Il dolce vento di brezza
ricuce le piccole onde spumose
nell'oro della sabbia a ponente
e tutto rivive nel vocio dei gabbiani.
Resto abbracciato a questi ricordi.
Custode di fotogrammi vitali
mi chino sul fondale della vita
per cercare conchiglie e licheni;
raffinate forme corrose dal tempo
che penetrano nel folle turbinio
delle mie giornate morenti.
Ascolto ad occhi chiusi la voce dell'onda,
la stessa che si fonde lentamente
con un fascio di profumi salmastri
persi nelle meraviglie della natura,
uno scenario che non ha nessun nome
ma richiama nei sogni dei cuori
l' antico déjà vu carico d'amore...
.
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