E’ stata la tua presenza
il dolce navigare tra la luce,
l’aurora che assapora
la vastita’ dell’assoluto silenzio.
E’ stato l’affannoso amore,
il grappolo dell’anima
che disteso a terra
ha condensato le mie parole
come bianco avorio
che immenso ricopre
le tue vesti di solitudine.
Ogni voce del cuore
trapassa il lungo abbraccio
di musiche immortali.
Il vento mi spinge oltre l’abbandono.
L’enigma ristagna in me
e l’assurdo gemito di un lamento
si fonde nella densa foschia
delle mie ore perdute.
Nessuno oggi mi da udienza.
Forse perchè pago del proprio sonno.
Ma io poeta, ho aperto il tuo sogno
scrivendo dolore e gioia umana.
L'ho scritta con l'impeto dei vent'anni,
con gli occhi ardenti e la fronte sudata,
ma nessun nome e volto amico
ha raccolto le gemme dalle mie mani.
Con le stesse mani ho nascosto la vergogna.
Ho urlato la vendetta di una creazione
inanellata di chiome e spirali buie
che mai fu dato modo di riflettersi
nella corolla della mia coscienza.
La terra è rapita dal dolore
anche gli ulivi tacciono il loro grido
e nessun eco ha mai richiamato
il tuo dolcissimo ritorno.
Ed, io attendo un angelo dal cielo
che ad ogni ora del giorno
percorre lo stesso borgo di vita
e m'asciuga queste lacrime di pianto.
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