Chiamo il tuo nome
nell'ebbrezza d'un tramonto.
Ma la voce solitaria
di un'anima dolente
inquieta il sacrificio
dei nostri sguardi notturni.
Sottili malinconie volteggiano
nei frammenti del dolore
e restano scolpite
nei racconti stanchi della vita.
nei racconti stanchi della vita.
Vorrei ascoltare l'eco del tuo respiro.
Uscire da queste divoranti attese.
Abbandonare le aspre incertezze
e rincorrere finalmente
il vento nel soffio di un ricordo.
Io, rimango solo ad aspettarti.
E tu ricami una tela d'amore
che resta incastonata dentro
le pareti di questa folle esistenza.
una cortina che copriva appena
la dolcezza del tuo viso.
Ed io, come allora solingo
a fissare questo enorme paradiso.
a fissare questo enorme paradiso.
Ma ora piango.
Piango nell'infinito male.
E nessuno mi abbraccia.
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