"Scrivere poesie non è difficile.Difficile è viverle.." Charles Bukowsky

lunedì 27 luglio 2015

Sequenza vitale



Ho cercato nel contrasto della mia vita
l'unica ragione per sentirmi libero,
libero come l'ultimo saluto d'autunno
che discende tra la  foce Truentina
e si mescola con la corrente marina.
quasi volesse dirmi: "Vieni, ti aspetto".

Non ditemi nulla di questa allegria.

Stasera la brezza del mare scompiglia
i miei capelli, taciturno osservo questi *"zaotti" 
che sfoggiano le loro chiome ripiene di gel 
come pavoni reali in cerca di sguardi d'amore.

Talvolta queste sembianze di vita 
possono creare l'ampio divario tra generazioni,
laddove seduzioni d'immagini e suoni si fondono
nella pelle bianca della notte che è appena nata.

Ripasso a memoria gli anni della mia gioventù mentre ascoltavo 
Hurricane di Bob Dylan, Harvest di Neil Young, Rimmel di Francesco De Gregori,
i vent'anni dei miei figli invece s'accendono con   The King di Emis Killa, 
Candy Shop di 50 Cent o tuttalpiu' Trap Quenn di Fatty Wap,
ma la bellezza sta sempre nel semplice ticchettio della pioggia,
o nel ritmo delle speranze, o negli amori appena nati,
e la gioia rimane la stessa  come la pace nell'animo universale.

Vorrei tornare per un attimo in quel Viale Martiri della Libertà 27
a Burago di Molgora, vorrei ritrovare la mia stanza con la foto di Elvis,
 riabbracciare Piero (l'amico morto  in un incidente stradale a soli 27 anni),
ritrovare i miei sogni che si sono infranti nel calvario della mia vita.

Tutto tace. E solitario rivedo **"quillu bardasciu" vestito da ciclista che sorride.
E ogni volta cerco quel volto, ma tutto resta ignoto sopra queste sponde.

Turoldo, osava dire dall'alto dell'eremo di Sant'Egidio: 
"Canta il sogno del mondo, che tutti i paesi si contendano d'averti generato"

Oggi mi ritrovo come un viandante che gode del nulla, 
un viandante che va di paese in paese e dice "Ciao!". A tutti: al bianco, al nero,
al rosso,  al disabile, all'omosessuale, al malato terminale, allo sfigato di turno,
alla puttana borghese, al disperato senza tetto, alla ragazza madre,
al mentecatto di quartiere ,al venditore di castagne, al clochard ubriaco... 
ad un prete di periferia.

Ora, dai la mano, e dimentica i tuoi mali....ricorda solo il bene,
misurati come una goccia di rugiada,  e che il tuo volto sia il volto di un uomo,
come il magma in attesa d'una sensata forma vitale cesellata dal suo profondo amore.


(*zaotti = ragazzi      **quillu bardasciu= quel ragazzo)

copyright - by E.M.- anno 2015


sabato 25 luglio 2015

Una nuvola d'oro



Mi ritrovo qui, a vivere un giorno in più,
attendendo con mani vuote l'origine della notte.

Cerco un moto perpetuo nella mia anima,
forse lo cerco dentro una scarna pietà,
oppure nel gorgo fertile d'una verità mai esistita.

Cosi', almeno per una notte non piango di dolore,
ma resto fisso nell'immensa memoria di un tempo
che lentamente sfugge all'arsura temporale dei pensieri.

Ripassano nella memoria quelle frasi imponenti
del "Tractatus... " di Wittgenstein 
laddove nessun programma logistico 
puo' indurmi nella sua proposizione matematica 
 ad amare il grande mistero di Dio.

E sulla stessa montagna dell'universo
scorgo le mille irridescenze della nostra vita, 
la vastità dell'orizzonte che s'addensa nei simulacri
di quelle divinità che mai hanno raggiunto i nostri cuori.

Mi sento adagiato nei confini dell'esistenza.

Ora, non posso che aspettare l'attesa d'un folle ritorno,
e vorrei pregare nel libero arbitrio d'un pensiero fecondo.

Ma tutto tace nella penombra di questa stanza,
ed io resto senza dolore in un cielo privo di stelle.

E tu, incognita ancestrale finalmente riavrai 
la tua nuvola d'oro distesa lungo il perimetro dell'esistenza
come l'infinita purezza d'una candida veste d'amore.


-copyright-

lunedì 20 luglio 2015

Recensione al libro di poesie "Le mie parole d'acqua" di Maria Luisa Mazzarini





Mi accingo per la seconda volta, nel volgere di breve tempo, a recensire la raccolta di poesie dell’amica poetessa Maria Luisa Mazzarini dal titolo di per sé emblematico: “Le mie parole d’acqua” -Edizioni Divinafollia *Aprile 2015*-


Da una prima lettura dei poemi sono rimasto colpito dalla sensibilita’ delle sue liriche, testimonianza di una singolare liberta’ d’accento e ricchezza espressiva. Lo stile delle stesse è ermetico, sintetico, lineare, talvolta “inarcato”…come direbbero i francesi "enjambement"… laddove assonanze ed intrecci di parole riescono a legarsi in maniera fattiva tra loro trasportando il lettore in paradisi letterari fecondi.


“ Vita la nostalgia dei nostri corpi/ e il respiro libero del cuore,/la fedeltà alla Luna./Immortale/ sui casti lidi di alloro”


“…in un silenzio di parole scritte in versi/su fogli sparsi al vento,/ al di là da ogni dove,/ oltre tutte le emozioni/Da allora fummo poeti”


Nella poetica di Maria Luisa c’è una sorta di lume espressivo, la ricorrenza costante dell’acqua, del suo moto oscillatorio, del suo richiamo vitale, della sua naturalezza ed altro ancora... il tutto viene vissuto come compendio esclusivo dell’anima, nella fattispecie, una sorta di dichiarazione d’amore dai toni musicali eleganti e caldi che non evaporano mai, ma che via via si consolidano nell’avvicendarsi di tempi e stagioni quasi a cercare la vastità dei respiri della notte, dell’alba, del giorno, del sole, della pioggia tali da inspirare e prendere il largo in quella grandiosità illimite delle cose.

“ E lo sguardo al mare/ in quell’immenso in cui ti vedo e riconosco,/mi vedi e riconosci.
/Di un’onda senza fine”

“ di nome d’acqua/che lambisce e sfiora/dilaga e irriga/inacanta/Sfocia”


La poetessa sa addolcire ed anche scuotere il peregrinare del tempo. Nell’ottica del suo eterno rincorrere il tempo stesso, attraverso il “navigare” di certezze ed incertezze, le difficoltà della sua vita interiore diventano pagine cesellate di acume poetico, precisione letteraria e, spesso, evocative di immagini nitide, prive di quel “chiaro scuro” sgradevole che talvolta in alcuni poeti gioca sull’abbondanza e sulla misticanza.

A tal proposito, parafrasando un poeta a me caro, KHALIL GIBRAN lo stesso usava dire :
“È sbagliato pensare che l'amore sia frutto di una lunga conoscenza e di un tenace corteggiamento. L'amore è la sorgente dell'affinità spirituale e se tale affinità non nasce all'istante, non potrà svilupparsi nel corso degli anni e neanche delle generazioni.”

Ogni poesia di Maria Luisa nasce da uno slancio esistenziale laddove questa peculiarita’ viene ottemperata in modo elegante, dolce, non aggressivo, mai ridondante e, soprattutto, lontano da rigurgiti retorici. La sua poesia è forza interiore priva di urla esistenziali che sviluppa una concezione vitale dove la poesia è quello “sguardo a cui guardare con estrema tenerezza.”

A volte, nel suo percorso introspettivo sussiste una ricerca velatamente tormentosa ai propri interrogativi ma, la ricerca o analisi stessa, diviene sempre lucente, capace di raggiungere cristalli di etica antropologica senz’alcuna banalita’ ai contenuti stessi.

Dominano nelle sue parole il respiro dell’anima in uno spazio di liberta’ assoluta, là dove la poetessa osserva la vita attimo dopo attimo e riesce a cogliere quei fotogrammi che agli occhi altrui apparirebbero insignificanti o troppo passeggeri.

Lei stessa percepisce, o meglio intuisce, l’essenza dei fatti, delle immagini, del trascorrere del tempo o spazio temporale fatto d’acqua, di sabbia, di scogliere , di raggi di sole, di nuvole, di stelle, di pioggia, di profumi agresti, di fiori e di animali; insomma un nutrimento costante e sublime dell’anima, che diviene parte integrante di tutta la sua esistenza.

“ Gialli ranuncoli/e viole del pensiero rispuntano/nelle aiuole in disgelo/L’acqua che irrora la terra/alimenterà ruscelli/della nuova primavera/Miracolo della luce della neve e il suo mistero”

Attraverso la lettura delle poesie della raccolta intitolata “Le mie parole d’acqua” di Maria Luisa Mazzarini lei stessa comunica a questo universo le proprie emozioni e stati d’animo sia individuali sia universali. Le sue poesie sono un delicato inno all’amore, alla natura, alla libertà individuale e sono in grado di carpire quelle sfumature insite nel profondo microcosmo dell’anima.

Quello che si è colto leggendo questa silloge di poesie è che sussistono nel cuore della poetessa piccoli frammenti di sentimenti che diventano rubini agli occhi del lettore . Ed è evidente che Maria Luisa non vuole nascondersi dietro versi complessi, arroganti, retorici o ardui da decifrare, viceversa, vuole mostrare fino in fondo il suo sguardo posato su quelle realtà infinitesimali atte a raccogliere nel canestro della vita tutte quelle emozioni interiori…il tutto facendolo con tre semplici “A”…Amicizia , Amore e Armonia… quasi volesse ricordare le parole di Papa Francesco quando lo stesso ci comunica che: “La vera amicizia consiste nel poter rivelare all’altro la verità del cuore.”

mercoledì 15 luglio 2015

poesia di un matrimonio




Venerdi 10 Luglio 2015 mia sorella Melissa si è sposata con Luca, ho voluto al termine della funzione religiosa leggere loro questa mia poesia...


Miei cari, in questi attimi intensi
vi vorrei parlare delle voci d’amore,
quelli voci che segnano il cammino della vita
laddove tutto nasce come gemme
nel colloquio infinito tra fiore e fiore.

Ogni voce del cuore
trapassa gli immensi abbracci
di musiche vitali, celestiali
e perdona queste lacrime di gioia
che bagnano i nostri sentimenti.

Oggi è giorno di festa e vorrei togliermi
questa insipida malinconia
per poterVi finalmente raccontare
la magia di mille colori che si fondono
con la voce della vostra anima,
mentre un riverbero di luce illumina
i vostri sorrisi, gli stessi sorrisi che riflettono
nell'ebrezza di un orizzonte sconosciuto.

L’arcobaleno risplende
nell’armonia del giorno che sorge
e riesce a cogliere i suoi colori
nei purissimi ricordi
dipinti nelle vostre pupille.

Carissimi Luca e Melissa
Voi siete un frammento di luce
che naviga nel suo spazio infinito
dove l'ennesima lacrima di un sospiro
incombe nella sua dolcezza
come figura unica di madreperla
che ci trasporta nelle onde del mare

Questa sera anche una ragione
può morire nella vastità del pianto,
un pianto che dolcemente
accarezza i vostri occhi vellutati
nei quattro punti dell'universo

Ed allora volate,…
volate nella follia del vento
nei tramonti delle stagioni,
volate nelle vostre confidenze,
nelle vostre ragioni, nei vostri respiri,
nelle vostre ninnananne,
ed allora: ...volate sempre!



giovedì 2 luglio 2015

E' morto l'amico poeta dottor professore Renato Pigliacampo







Ciao Renato ....sono stato felice ed onorato di aver letto le tue poesie quel pomeriggio a San Benedetto del Tronto, ti ringrazio inoltre per i tuoi libri di poesia che mi regalasti allora con l'intento di sapere un mio parere sui tuoi scritti. Ti ricordo con affetto e stima e seppur limitata la tua persona da un handicap vocale ...le tue poesie mi hanno profondamente toccato le corde della mia anima e dei miei sentimenti. Ti vorrei dedicare cosi' senza enfasi o proclami, come piaceva a te, un vecchio adagio degli anarchici dicendo: ''ti sia lieve questa terra''...buttando poi sulla bara un pugno di terra. Questo sono sicuro ti sarebbe piaciuto. Ciao amico poeta.

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Renato Pigliacampo (Recanati, 29 settembre 194829 giugno 2015) è stato uno scrittore, poeta e saggista italiano docente di psicopatologia del minorato sensoriale e di Laboratorio dei linguaggi per il sostegno nella Facoltà di Scienze della Formazione dell'Università di Macerata.
Sordo dalla fanciullezza, è noto anche a livello internazionale avendo rivestito, per l'Italia, nella Federazione Mondiale, dapprima l'incarico di membro del dipartimento Arte e Cultura, poi nella commissione pedagogica-psicologica.

Biografia

Nato a Recanati nel 1948, a 12 anni è stato colpito da meningite, privandolo dell'udito. Ha frequentato le scuole specializzate per sordi. Poi si è laureato in pedagogia, indirizzo psicologico, col professor Roberto Zavalloni all'Università "La Sapienza" di Roma. Ha continuato gli studi nella stessa Università conseguendo il dottorato di ricerca in sociologia e ricerca sociale. Si è quindi specializzato in psicologia. Ha insegnato, per circa dieci anni, nelle scuole per sordi di Roma[1]. Infine è stato incaricato psicologo dirigente nella ASL di Recanati-Civitanova Marche. Attualmente insegna Psicopatologia del minorato sensoriale e Laboratorio dei linguaggi per il sostegno presso l'Università di Macerata.
Ha vinto numerosi premi letterari, tra cui per due volte il Premio Cultura della Presidenza del Consiglio dei ministri. È stato per anni dirigente dell'Ente Nazionale Sordi, rivestendo vari incarichi dirigenziali. Ha fondato e diretto per vent'anni il periodico Il Sordudente. Ha poi fondato e diretto la rivista Poeti e Poesia e una piccola casa editrice. Ha fondato il Premio Internazionale di poesia Città di Porto Recanati, ancora punto di riferimento e di gratificazioni per tanti poeti. Collabora a numerose riviste. Nel 2001 è stato candidato al Senato per l'Italia dei Valori.
Gestisce un sito consultato sia dai sordi sia da docenti di sostegno e operatori sociosanitari.

Onorificenze

Ufficiale Ordine al Merito della Repubblica Italiana - nastrino per uniforme ordinariaUfficiale Ordine al Merito della Repubblica Italiana




Opere principali
  • Sociopsicopedagogia del bambino sordo (Quattroventi)
  • Lingua e linguaggio nel sordo (Armando editore)
  • Dizionario della disabilità, dell'handicap e della riabilitazione (Armando editore)
  • Nuovo Dizionario della disabilita, dell-handicap e della riabilitazione (Armando editore)
  • Parole nel movimento. Psicolinguistica del sordo (Armando editore)
  • Lettera ad una Ministro (e dintorni) (Armando editore)
  • Lettera a una logopedista. Dalla parte del bambino sordo (Edizioni Kappa)

Narrativa

  • Thulcandra. La città del silenzio (Transeuropa)
  • Il vergaro. Storie di contadini nella terra di Leopardi (Moretti & Vitali)

Poesia


  • Dal silenzio (Forum, Forlì)
  • Radice dei giorni (Forum)
  • Adobe (Forum)
  • Poema nimittiaka per Y (Bastogi)
  • Canto per Liopigama (Casisma)
  • Ascolta il mio silenzio (Cantagalli)
  • L'albero di rami senza vento (Iuculano

martedì 26 maggio 2015

Una memoria fuggente




Nei giorni di pioggia
stancamente affido i miei pensieri
ad un lento oscillare di un pendolo
nell'intimo gioco di remote ombre 
e disadorne immagini dell'anima.

Ascolto l'immensità delle parole.

Fisso nell'istante della vita
gli accenti di una miseria d'amore,
mani di una madre che allatta
ed occhi allucinati dal folto dolore.

Nessuna coscienza umana
percorre questo limite   impossibile,
e noi poveri cristi, carpiamo radici secche
 dentro uno spaccato d'un mondo perverso

Siamo quelli che non conoscono il pane,
siamo quelli di maledette parate militari,
siamo quelli che raccontano tragiche agonie .

Mercanti di bestie. 

Chini sulle macerie di queste morti
abbandoniamo il grido di paura
nello sconfinato deserto
e cattedrali d'infinita omertà.

Ecco cos'è la sorte.

Enigmi di vita dove la mediazione
resta immobile nell'approdo al mondo
e tutto si riversa lungo triangoli d'ombra.

Io coltivo la memoria fuggente
e la curva dell'orrore resta immutabile
un cammino senz'alcun colore
...l' esodo  innocente dal suo dolore.

mercoledì 20 maggio 2015

Un grande sogno



Resto appeso ad un sogno proibito
nel manto infinito del destino,
sigillato ad una lenta agonia 
che vibra nell’incertezza della follia
e s'illumina nello splendore vivo
di abeti, platani, cipressi e agavi.
Gli uccelli venuti dal sud 
s'annidano nel canto mattutino
in cima al melograno del giardino.
Tutto è possibile per un giorno
sentirsi felici, gioiosi, festanti...
osservare il dondolio flessuoso dei rami,
l'ultimo nugolo di cime innevate,
ascoltare il respiro del vento nella voce di Dio
e finalmente annusare l'alito d'amore
che penetra da questa valle incantata,
là dove  pacati ricordi  d'infanzia
s'infrangono nel tepore primaverile,
ed ognuno narra la sua storia  d'amore
sopra una terra che emerge ignota 
ai cuori  lacerati dal tempo remoto.

mercoledì 22 aprile 2015

Inseguimi



Inseguimi nel profondo della vita,
nessuno ti chiederà mai
del nostro incontro.

Colori albastri s'addensano
nei respiri di una notte insonne,
là dove teneri abbracci
si perdono come granelli
nella clessidra della vita.

Tutto tace.

Tutto è immutabile.

E tu ti muovi 
nella sensualità della luna
disperdendo nel manto stellare
la voce di un amore perso.

Mi avvio a percorrere
questo viale spoglio
passi di foglie secche
sembrano note di un pianoforte
oblio morente  del sogno
che vola nell'immane follia
di un bacio rubato
al battito del tuo cuore.

Solitudine






Se solo potessi fuggire
da questo soliloquio dell'anima
tutto diverrebbe fusione d'amore.

Forse un sogno, perso nell'intimità
di un alba nascente
potrebbe generare cristalli di vita,
forse il vocio di amanti notturni
lascerebbe le sue impronte
nella fuga immobile del paradiso.

Ora m'illumino del tuo sorriso.

Tutto diviene colore lucente,
freschezza di un incontro
che incombe nelle spirali dell'esistenza
emisfero che grava lungo la corolla
di una folta solitudine...

venerdì 17 aprile 2015

Muti respiri




Una luce ispira il limite
della mia esistenza,
una luce diffusa...timorosa,
che s'addensa nella mente
e diviene polvere nel tuo cuore.

Tu incombi su muti respiri.

Quanti nodi interrotti di memorie 
possono sovrastare il nostro amore?

Quanti anni passeranno i nostri sospiri 
nelle vie assiderate dal freddo dell'anima?

Ora la voce del dolore diviene dirompente
nelle vene disseccate della vita
e sboccia ilare sotto nubi sparse nell'universo.

Nulla rimane sommerso nei tuoi occhi.

Le aride e crespe sere d'inverno
s'infrangono nell'infinita solitudine
laddove l'incontro della nostra storia
si disperde nell'incanto del tuo volto.

sabato 11 aprile 2015

Il mio mare




Respiro profondamente l'intensità dei colori
che sovrastano i tremori di un alba nascente.

Regnante panacea della mia anima.

Mi abbagliano i riflessi solari,
sottili cristalli di diamanti 
dispersi nel legame celeste e verde
dell'intimità del cielo e del manto marino.

Ascolto la quiete che mi circonda
lungo il bacino del vecchio molo,
e mentre osservo le nere scogliere 
che interrompono l'infinita linea
che demarca l'orizzonte,
il sibilo delle sirene dei pescherecci 
rapiscono la mia vena poetica.


Il dolce vento di brezza 
ricuce le  piccole onde spumose
nell'oro della sabbia a ponente
e tutto rivive nel vocio dei gabbiani.

Resto abbracciato a questi ricordi. 

Custode di fotogrammi vitali
mi chino sul fondale della vita
per cercare conchiglie e licheni;
raffinate forme corrose dal tempo
che penetrano nel folle turbinio
delle mie giornate morenti.

Ascolto ad occhi chiusi la voce dell'onda,
la stessa che si fonde lentamente
con un fascio di profumi salmastri
persi nelle meraviglie della natura,
uno scenario che non ha nessun nome
ma richiama  nei sogni dei cuori
l' antico déjà vu carico d'amore...
.


giovedì 9 aprile 2015

Assoluta libertà




Sono cresciuta 
nelle vene secche della vita, 
bruciata dalle ceneri del greto umano
ed avvolta da una folle malinconia
che si perde nell'estenuante colore della paura.

Fioriture  dirompenti d'anime
sbocciano ignare sotto volte di pianto.

Disseminate nelle spirali della follia
raccordo l' incestuoso cuore disperato   
nell'incanto del respiro della notte.

In questi giorni impazziti di sole
tutto ritorna nell'alveo della ragione,
e io vivo incatenata dentro una stanza
come l'assurda speranza di una ristretta libertà.

Un sogno avverso di miseria.

Una miserabile miseria che non muore mai.  

Ma io fuggirò verso lidi d'amore 
pronta a sfidare l'eterna ed ennesima violenza
che si è radicata nei meandri delle mie pupille.


martedì 7 aprile 2015

Ed allora parlami




Ti scrivo nell'intimo del cuore.

Ti scrivo perchè tu mi parli della verità
che suprema e feconda giace inerte 
nella tua essenza remota...

Ed allora parlami di queste notti desolate,
dove abbracciati nel buio della paura
ci sentivamo meno esclusi dal tormento

Parlami delle tue arsure randagie
che a perdifiato cercano un posto d'amore
lungo un orlo di strada mai solcata.

Descrivimi il soffio caldo della vita
laddove gli effimeri impegni s'affannano
nel cammino recondito dei miei pensieri.

Descrivimi il colore dei tuoi occhi
che lucidi come colombe in cielo
risalgono le volte dei nostri respiri.

Silenziosamente porgimi le tue carezze,
porgile lungo ruscelli d'acqua chiara
affinchè si fondono nei vortici della solitudine.

Ed ancora una volta  parlami della carne flagellata
che incessantemente arde nell'infinita amarezza
e lasciami infine inghiottire il pianto silente
che ancora residua nelle mie lucide pupille.

martedì 31 marzo 2015

Just underground




Per un istante ricompongo
l'intreccio del cuore
come un velo disperso 
nella direzione d'un forte vento.

Riconduco la mente nella dimora
di un misurato respiro del cuore
mentre aspetto lungo il fiume
il profumo di muschi e licheni
quasi a ricordarmi le antiche parole
mai dettate dal leggio di quest'anima.

Cosi' le nostri sorti umane 
cercano di nascondersi nell'oblio
per raccontarsi ancora una volta
antiche fiabe di principi reali
e dolci fate turchine.

Sospinti dal vento come coriandoli
abbraccio geloso i miei ricordi
l'infinita giravolta di nomi astratti
disegnati sopra muri di vecchie stazioni.





sabato 28 marzo 2015

Agonie d'amore






Gli infiniti corpi stellari
contemplano la seduzione
della luna, nessun turbamento umano
s'adombra nel vortice d'uno spazio
che solingo scompare nelle trame
di sillabe logorate dal vento.

Mi colpisce la dura esistenza
relegata nei religiosi silenzi dell'anima,
mi colpisce ancor di piu' la pena
d'aver rivestito fiori appassiti 
sopra  corpi di figli morenti.

Sciolgo nelle vene dell'esistenza
il calice amaro che opprime
la  vasta solitudine dei miei pensieri,
e solo vado incontro al dubbio,
perso  nelle deboli fragranze
di un pianto materno.

Io, sono un uomo che sogna l'infinito,
che urla nelle spirali del cuore,
che si perde nell'abbraccio
di una donna senz'alcun volto
e si fonde dolcemente negli spasimi
di incestuose agonie d'amore.

venerdì 27 marzo 2015

Diaframma della notte



Ti ho ascoltato 
nel muto diaframma della notte
geloso di un dolce ricordo d'amore.

Nessun eco di dolore
trascende nel frastuono della vita,
un lento turbinio che resta immobile
nelle profonde spirali dell'anima.

Questa sera anche una ragione
puo' morire nella vastità del mio pianto,
un pianto che dolcemente
accarezza i tuoi occhi vellutati
nei quattro punti dell'universo.

Ma tu sei lontana in un cielo infinito, 
ed osservi questa luce imponente
che fuoriesce dai miei confini
laddove ogni pensiero diviene favola
e tutto rivive nel lungo scenario.

Follemente omertoso.

Maledettamente silenzioso.