"Scrivere poesie non è difficile.Difficile è viverle.." Charles Bukowsky

domenica 2 marzo 2014

Poesie dell'anima: Maria Enrichetta Giornelli e Simona Scola




Carissimi amici, oggi propongo sul mio blog due bellissime poesie,  scritte da due  poetesse a me care: le amiche Maria Enrichetta Giornelli di Cortona e Simona Scola di Molteno. La bellezza delle loro parole hanno colpito il profondo della mia anima poetica. Versi che emozionano il lettore, versi di  vera "Poesia" che si differenzia nell'infinito pantano costituito da mediocri  scrittori e poeti  plastificati .






LA CASA DEL VENTO

Sono tornata
nella casa del vento
dove il sibilo dei pioppi
intonava col maestrale
una canzone d'amore.

Ora il vecchio campanile tace
ed anche il tuo passo
è ormai lontano
dai gradini del giardino,
dove gli oleandri sono piegati
dalla furia invernale.

Quel canto lontano
è soffocato da urli rauchi
di gabbiani che affondano
nelle onde sconvolte
le illusioni umane.


(Maria Enrichetta GiornellI)










NEL  SILENZIO

Affascinante  misterioso
cielo di marzo.

Giorni trascorsi
ad ascoltare la tua voce.

Sommessa.

Languido sussurrare al cuore
di un’anima in conflitto.

Per timore della sofferenza
opprimo l’amore,
la paura occulta,
 e i sogni celati
d’un magico mondo
fatto di spicchi di sole
essenze di colori e
profumi contrastanti.

Un silenzio cantatore
si perde nel languido sguardo

e mi abbandono felice
alle emozioni senza voce.

(Simona Scola)

giovedì 27 febbraio 2014

Tentazione




La notte è lunga.

Immane.


Le vibrazioni del cuore mi spingono
verso la stella che narra i miei sogni.

Ogni sera il perimetro della stanza
sovrasta i cerchi dei ricordi
e sposa l’amore verso un lungo viaggio.

Come una fiaba recitata a memoria
attendo di emigrare nella voce della luna
mentre un incubo mi tiene immobile.

Ma la tua voce mi porta nell’incanto
e mi annulla nel silenzio dei tuoi occhi.

Tentazione che brucia nella carne.

Attimi rapiti agli inferi dell'anima.

mercoledì 26 febbraio 2014

Ghost & Love


a grande richiesta ripubblico questa poesia.....

Amo da morire
il tuo folle silenzio
mentre cerco una ragione
lungo il respiro dell'anima
con occhi lucidi di pianto.

Tu, danzi nei miei sogni.
E quando arriva mezzanotte
come un bianco fantasma
batti sempre un colpo
nel mio cuore solitario.

E tu, lo sai che un fantasma
non tarda mai ad arrivare
con il suo velo candido 
all'appuntamento della luna.


Ed io, non potrei mai vivere
senza questo magico profumo, 
senza questo eterno sospiro,
 senza questi baci d'amore
che si cullano dolcemente
nell'immenso scenario
di un cerchio fosforescente.

martedì 25 febbraio 2014

Silenzio



L’arco
di queste vive stagioni
passano inesorabili
nell’alto silenzio
unitamente al germoglio
della nostra vita.

Un senso di fanciullezza
preme taciturno nel mio cuore.

I miei pensieri s’inchinano solenni
al richiamo di una stella
persa nell'oblio della notte.

Ma tutto svanisce
nella ricchezza d'un respiro.

Battito di ciglia che si perde
nell'anima e nel corpo
castello delle mie incertezze
dimora del mio folle amore.

lunedì 24 febbraio 2014

Follemente infinito





Ho ascoltato passi felpati
lungo il confine della solitudine.

Ho chiamato nel pianto
l'unica speranza d'approdo
odorosa di stanchezza
e piena di paurose omertà.

Curvato sotto il peso del male
ho visto la luce morire ad ogni ora.

Il tempo restava immobile.

Nessun nodo ha sciolto
le memorie aggrumate nel cuore
e la fatica si è sciolta sulla bocca
di volti inutili e morenti
come gemiti di pietre poste
nel ventre della terra.

Cosi' ogni notte si nasconde
il respiro lento della mia anima.

La voce della luna
imprigiona il bagliore delle stelle
e le trasporta nell'eterno miracolo
di un gioco d'amore senza fine.

Infinito.

Follemente infinito.

Leggendo Bukowski (serata di cultura a San Benedetto del Tronto)



                                 il poeta di strada
                                                 

                                 l'amica pittrice Assunta Cassa


                                 l'amica attrice teatrale Daniela Agostini




                                                    l'amica giornalista Sabrina Cava


                                                          il lettore Filippo Massacci







                          l'amico e titolare della "Bibliofila" Mimmo Minuto


articolo tratto da: "IL QUOTIDIANO.IT"  (giornale di San Benedetto del Tronto)

"Leggendo Bukowski- rinasce il salotto Culturale" -San Benedetto del Tronto-
 (di Sabrina Cava)

È sempre difficile parlare di una propria creatura, il rischio di non essere obbiettivi è altissimo, tanto in eccesso per troppa prosopopea che per difetto, incorrendo in quella modestia che suona di falsa umiltà.

Cercando allora di mantenere un giusto profilo ma, consapevole di dovere attribuire il dovuto merito agli amici che si sono spesi per la realizzazione di questo progetto che intitolerei " la rinascita del salotto culturale" c'è da dire che, quella di ieri sera alle 21,00 presso la libreria La Bibliofila è stata una serata "azzeccatissima" e riuscitissima, insomma un grande successo.

La puntata zero di "Leggendo..." ieri sera è stata dedicata a Bukowski.

Da un progetto nato da chi scrive e immediatamente condiviso da Mimmo Minuto, già proprietario dalla festeggiata libreria che quest'anno compie i suoi primi 40 anni, presidente dell'Associazione Culturale " I Luoghi della Scrittura" nonché brillante e modernissimo mentore e amico, si è realizzata una serata corale che ha visto alternarsi al microfono tre straordinari artisti.

L'Attrice di teatro Daniela Agostini, il poeta "di strada" Emilio Mercatili e il cultore della lettura e ricercatore appassionato Filippo Massacci ci hanno regalato un'ora di puro godimento.

Poesie, non solo declamate ma oggetto di vera e propria interpretazione teatrale, drammatizzate come per loro stessa struttura e tematica è richiesto, aforismi, narrazione di sprazzi della vita dell'artista di cui proprio quest'anno ricorrono i 20 anni dalla morte, uno straordinario racconto di amicizia del "maledetto" con il suo scrittore preferito e ispiratore John Fante, hanno catturato l'attenzione del numerosissimo pubblico.

Oltre 45 i posti a sedere predisposti, grazie alle sedute fornite da Fausto Calabresi ma che, purtroppo, non sono bastate ad accontentare i molti rimasti in piedi.

La soddisfazione massima è arrivata non per i complimenti alla conduzione o all'organizzazione che pure è stata impeccabile ma nel riconoscimento e nelle lodi che i partecipanti alla serata hanno riservato all'occasione culturale in quanto tale.

Ho avvertito nell'aria il gradimento e lo stupore per l'aver ritrovato e forse inaspettatamente, qualcosa di cui si sentiva la mancanza e l'esigenza.

Un mondo di interessati e amanti della poesia, dell'arte e della cultura che ho inteso intercettare sulla spinta di ciò che interessa e me e di cui sentivo il bisogno.

Il constatare che, persone affini per interessi e curiosità avessero il così grande e manifesto piacere di condividere è stata la sensazione più bella.

La poesia e la narrativa portate nel luogo deputato loro per eccellenza, la libreria. L'idea più scontata e più originale che si potesse avere, un luogo che per l'occasione si è fatto anche galleria d'arte consentendoci di godere delle opere pittoriche dell'artista Assunta Cassa.

Fondamentale il momento di convivialità enogastronomico che è seguito.

Questo è lo spazio che trasforma il pubblico in un gruppo di amici, con lo scambio di idee e impressioni, tutto reso possibile dalla generosità di alcuni partner e all'interessamento di Lucia Bergamaschi che ci aiuta nella scelta delle cantine.

Ravioli, sfrappe, crespelle, olive e molto altro preparato con passione e maestria il tutto offerto dal Supermercato COSI' - Il Piacere dei Sapori sito in Via Giovanni XIII, gli eccellenti vini offerti dalla Vineria Enoteca GUSTO di V.le De Gasperi senza dimenticare il Caffè Florian da sempre presente agli eventi della Bibliofila, hanno reso possibile tirare la serata fino a tardi.


una straordinaria poesia letta di Bukowski....


SOLO TU


Nessuno può salvarti se non
tu stesso.

Sarai continuamente messo
in situazioni praticamente
impossibili.

Ti metteranno continuamente alla prova
con sotterfugi, inganni e sforzi
per farti capitolare, arrendere
e/o morire silenziosamente dentro.

Nessuno può salvarti se non
tu stesso
e sarà abbastanza facile fallire
davvero facilissimo
ma non farlo, non farlo, non farlo.
guardali e basta.

Ascoltali.
vuoi diventare così?
un essere
senza volto, senza cervello, senza cuore?

Vuoi provare
la morte prima della morte?

Nessuno può salvarti se non
tu stesso
e vale la pena di salvarti.

E' una guerra non facile da vincere
ma se c'è qualcosa che vale la pena vincere
è questa.

Pensaci su
pensa al fatto di salvare il tuo io.

Il tuo io spirituale.

Il tuo io viscerale.

Il tuo io magico che canta e
il tuo io belllissimo.

Salvalo.
non unirti ai morti-di-spirito.

Mantieni il tuo io
con umorismo e benevolenza
e alla fine
se necessario
scommetti sulla tua vita mentre combatti,
fottitene del prezzo.

Fallo! Fallo!

Allora saprai esattamente di cosa
sto parlando.

venerdì 21 febbraio 2014

Note solitarie



Resto avvolto
nelle tenebre della notte
dove non v’è traccia di stelle
in questa disumana speranza.

Leggo note solitarie
nel chiarore di una luce
che brilla dentro cieli opachi.

Mai nell’attesa del pianto
ricevetti un dono immenso
mentre le tue dolci carezze
rimanevano inerti nel vortice
delle ore appena trascorse.

Silenziose, omertose.

Eco intramontabile d'amore
che si fonde nel respiro
d'un esilio mai narrato dal cuore.

giovedì 20 febbraio 2014

Fiori


Fiori nel mondo
e nello spazio infinito.

Fiori nei cuori solitari
che descrivono lacrime
 trascendendo da enigmi
e sospiri dell'anima.

Fiori nel tuo respiro,
dolce riflesso d'amore
che cesella un tenero bacio.
 
Fiori nel canto della luna
così lontana da inverni delusi.

Fiori nell'urlo feroce
d'un malato terminale.

Fiori dentro bocche da sfamare.

Fiori nella ninnananna
che lentamente una mamma
canta alla luce delle stelle.

Fiori gettati sopra cadaveri 
colpiti nell'intimo dell'angoscia.
 
Fiori nella vanagloria
di un misero poeta di strada
che scrive note dissonanti
lungo il pentagramma
della sua solitudine.

Fiori nei ricordi della vita
che passano nella tempesta
di un oceano sconosciuto.

Fiori nei cuori dei nostri figli.
 
Fiori nell'abbraccio di amanti
che fuggono da occhi indiscreti
e si perdono nella culla dell'oblio.

Fiori nella povertà del mondo.

Fiori e ancora fiori sul tuo sorriso
dolce panacea della mia poesia.

Fiori su questo pianto
mai dismesso nel crepuscolo
di giorni fecondi che lentamente
finiscono nelle carezzevoli
parole di un Dio minore.

Fiori sopra il tuo seno
profumo del mio amore
e della mia eterna follia...

mercoledì 19 febbraio 2014

L'ultimo respiro d'amore






Piove.

Tutto tace nel perimetro
d'una stanza priva di colori.

Affido lo scritto dei pensieri
al lento oscillare d'un pendolo
posto lungo l'argine dei ricordi.

Tu sei presente in me.

Un gioco necessario
nell'intimità di ombre remote
e disadorne immagini di passione.

Ascolto l'immensità delle parole
mentre accarezzo i tuoi capelli
nel vocio del vento di Zefiro
- embrione della mia passione-.

Il tempo divora notti insonni.

Ed io, assaporo la speranza
di questa fraterna ricchezza
nell'attesa d'emigrare nel tuo mondo
come una zattera persa nell'infinito.

Nessuno scriverà il mio nome
nell'epitaffio del nostro incontro.

Immobile ti chiedo
di contemplare i miei occhi,
eternamente aggrappati al dolore
che riflette nel profondo dell'anima
e di consumare l'ultimo respiro
nella libertà d'una semplice ragione d'amore.

Cosi' lontana da sogni beffardi.

Cosi' dolce allo sguardo dell'universo.

martedì 18 febbraio 2014

Sospiro d'amore



Le voci dell'oblio
segnano il mio cammino.


E tu, sul dolce guanciale
assapori i sogni della notte
là dove la luna dipinge
la sua eterna melodia.

La terra rimuove l'aurora.

Tutto nasce come gemme
nel colloquio tra fiore e fiore,
mentre il tuo sospiro d'amore
è udito dal cuore delle stelle.

Intenso.
Nel groviglio di lacrime silenti.

Profondo.
Nella culla dell'infinito.

martedì 11 febbraio 2014

Un dolce ritorno







Un ricordo scolpito nel tempo
viene trasportato nella follia del vento.

Mani invisibili raccolgono
atomi di solitudine,che s’intrecciano
nella fissa dimora d'un angelo morente.

Stille di cristallina rugiada
bagnano questo risveglio dell’anima.

Grovigli di sventure si perdono
nell’eco tormentato del cuore.

Un richiamo evasivo, solitario,
trafigge l'amarezza d'un peccatore
nell'infinita linea d'amore
che cattura una memoria remota.

Respiro quest'armonia dissonante.

Forse resta il sogno della mia vita,
un semplice verbo cesellato nel colore
d'un dolce ritorno nell'universo.

domenica 9 febbraio 2014

Serata a Villa Cagnano presentazione del libro "Il costo della vita" di Angelo Ferracuti

 
                                                              Locandina dell'evento
 
                                                              
                                                                  durante la mia recensione

la recensione all'autore

foto di gruppo


lo scultore amico Claudio Michetti
 

 
l'amica attrice Daniela Agostini mentre legge un brano

pubblico dell'evento


l'amica giornalista Sabrina Cava
 


insieme l'autore Angelo Ferracuti
 

 il trio con le amiche Daniela e Sabrina
 
                                                il trio con le amiche Daniela e Sabrina

buffet offerto dall'associazione locale

 

 

IL QUOTIDIANO. IT

Angelo Ferracuti ha presentato " Il costo della vita"

Acquasanta Terme | Storia di una tragedia operaia, l'ultima opera di Angelo Ferracuti edita da Einaudi.
di Sabrina Cava
 
Un intero borgo, quello di Cagnano di Acquasanta Terme ieri, venerdì  7 Febbraio ha partecipato presso l'Antico Frantoio Bellini, all’ evento organizzato dall' Associazione Villa Cagnano  per il ciclo  “dialoghi con l’autore”.
Un antico borgo quello di Cagnano che mi ha accolta ormai sul far della sera, con i suoi lampioncini accesi ad indicare un percorso antico e ben conservato.
Il silenzio rispettoso di chi nelle notti d’inverno gode del sano ritrovarsi intorno ad un camino in un circolo culturale.
Così il mio arrivo all’antico frantoio di proprietà dell’artista  scultore Claudio Michetti, non senza l’emozione che sempre procura un luogo nuovo e sconosciuto.
L’occasione  di quelle belle, importanti e impegnative. Un pubblico numeroso e scoprirò presto molto interessato  c’è ad attendermi,  perché bisogna dialogare  con Angelo Ferracuti,  giornalista de “Il Manifesto” prima ancora che scrittore.
 La sua ultima opera letteraria dal titolo "Il costo della vita" – Storia di una tragedia operaia, edito da EINAUDI è infatti un libro reportage, scritto con la perizia dello scrittore ma con il modus operandi del giornalista.
La minuziosa  ricerca delle fonti,  l’ascolto delle tante  testimonianze dirette delle persone,  la visita dei luoghi, fanno di questo  libro un’opera verità, scritta da uno ma corale.
Due ore intense e piene che non sono bastate a porre tutte le tante domande che la lettura forte, ricca, scorrevole, quanto mai vera ed evocativa suscita, ma più che sufficiente per  instillare nell’ ascoltatore la voglia e il desiderio di leggere le pagine di Ferracuti e sapere tutto di  questo grave fatto di cronaca che colpì l’intero Paese e in particolare la città di Ravenna.
Un reportage quello di Angelo Ferracuti che attraverso una storia del passato, la tragedia che nel 1987 scosse Ravenna e i suoi cantieri, quelli della Mecnavi, ci parla del presente più recente.
Il 13 marzo del 1987 infatti, tredici operai morirono asfissiati nelle stive di una nave, la Elisabetta Montanari. Il più anziano non ancora sessantenne, il più giovane appena diciottenne.
Il libro rende omaggio alle vittime nel modo più forte e più naturale, raccontandone la storia.
Con sguardo lucido e mai rassegnato, lo scrittore ricostruisce la vicenda che ventisette anni fa annunciava l’avvento di una nuova, nefasta idea del mondo: quella del liberismo sfrenato, in cui l’imperativo del profitto diventa assoluto e la vita umana un valore marginale.
La spregiudicatezza di certi padroni, protetti da poteri forti e la miseria allora come ora di chi per un lavoro è disposto ad accettarne anche uno precario, mal pagato e a condizioni disumane.
Uomini morti come topi”, così l’allora Vescovo di Ravenna Mons. Ersilio Tonini  tuonò dall’altare durante l’omelia funebre.
Ospite della serata l’attrice teatrale Daniela Agostini, sopraffina nel  cogliere e drammatizzare alcuni brani del libro.
L’Incontro è stato inoltre arricchito dalla recensione puntuale  del poeta scrittore Emilio Mercatili.
La serata si è conclusa con un momento di convivialità e un buffet offerto dall’Associazione e  dall’Azienda Agricola biologica Vigneti Vallorani di Colli del Tronto.
Un mio grazie personale oltre che ad Angelo Ferracuti squisito interlocutore, va al Presidente dell’Associazione Villa Cagnano,  sig. Ponzi Sante e all’amico Claudio Michetti che ha curato l’organizzazione dell’evento e  mi ha chiamata a farne parte. Grazie
 
UNO STRALCIO  DELLA MIA RECENSIONE
 
".....La finalità dell’impianto letterario è la narrazione storica e realista della classe operaia che, come in questo fatto, senza alcuna coscienza di classe,  vede inabissarsi nel tempo le conquiste sociali ed assiste “passivo” alla distruzione delle lotte  di progresso post ‘900. 
Insomma è  la ricostruzione lucida del crepuscolo della  vita della classe operaia, prima e delle loro famiglie, dopo. …a pagina 36 del libro c’è un passaggio emblematico, rispetto questo pensiero, dove parla Giacinto il Consigliere Regionale: ”Non riesco a liberarmi dal peso di questi morti, nostri poveri morti. La realtà nella sua crudezza fa male ed è come uno schiaffo in pieno viso. Ravenna , ma anche l’Emilia Romagna, il movimento operaio e sindacale , il piu’ forte d’Italia, hanno subito uno smacco, hanno mostrato le loro debolezze!”
La morale o chiave di lettura indurrebbe a  pensare che malgrado tutto ciò, oggi più che mai è ragionevole pensare o affermare  che ogni lavoro è sacro.  Forse è così. Forse è vero. 
 Ma preme innanzitutto dire che il lavoro, su cui si fonda lo stato Italiano secondo l’art. 1, caposaldo della costituzione repubblicana, anziché porre lo stesso come fattore di benessere , di sviluppo, di autorealizzazione….si rileva causa difforme di sofferenze per i lavoratori, per loro le famiglie e per i cittadini e la collettività in generale.
Spesso, al danno corrisponde la beffa. 
Le imprese sfuggono alle loro responsabilità in materia di prevenzione sui luoghi di lavoro, cercando di camuffare la realtà dei fatti ed, inoltre, i risarcimenti dei danni stessi risultano nella maggioranza dei casi incerti, ritardati e spesso insufficienti. 
Rappresenta di per sé una spia drammaticamente accesa di un malessere diffuso dell’intera società, un’ ingiustizia..come nel caso della nave Elisabetta Montanari che pochi di noi sono disposti a tollerare. ..Tutto cio’ ci dimostra come dietro il trionfo mondiale del Capitalismo, dietro il suo ostentato sfoggio di tecnologie avanzate e sofisticate, si mascherano contraddizioni insostenibili, a cui si deve porre rimedio.  La globalizzazione dei mercati, che sembrava dover garantire una ricchezza sommersa e diffusa, ha prodotto invece impietose disparità e si macchia ogni giorno del sangue degli ultimi, di tutti coloro che operano alla base sistematica  del processo sociale e produttivo. "


LA POESIA DECLAMATA ALLA FINE DEL MIO INTERVENTO
dedicata agli operai della FINCANTIERI di ANCONA dal titolo:


IO DEVO LAVORARE

Una vita respinge all'istante
il muto respiro di spettacoli
senza prove d'amore e fatti
materiali privi d'illusione.

Mi colpisce l'affanno del mondo
ancor di piu' mi colpisce
la precisione del tempo lungo
la sua girevole funzione
la' dove traghetta difformi voci
che fuoriescono dal fumo rovente
di mille saldatrici elettriche.

Spezzoni di lamiere e manufatti
-ingrigiti da questa pioggia-
restano appesi dentro vecchi opifici.

Ristagna nell'aria scura
l'ultimo singhiozzo proletario,
l'ultima tuta blu' che resiste
legata all'eterno filo spinato
di una croce insanguinata.

Malgrado la dannazione totale
di una globalita' morente
-imbandita sulla tavola del capitale-
ascolto nelle viscere del mare
l'ululato del potere che invade
ed uccide la nostre coscienze.

Nulla e' cambiato nell'universo
anche per te onesto "compagno"
l'orizzonte resta spento e opaco
mentre il vento sinistro
soffia ancora piu' forte sui fuochi
che presidiano nella notte
il vecchio cancello del molo.
 

giovedì 6 febbraio 2014

Sponde incantate




Dolci sinfonie marine
riparano il tuo volto
dalle melodie indefinite
di questo manto vellutato.

Cristalli di stelle
riflettono a  ponente.

Sorgenti di luci soffuse
penetrano nel fondale dell'anima,
un getto d’oro di malinconia
che si perde nel richiamo d'amore.

Ogni sera m'aggredisce un dolce ricordo.

Un sospiro di malinconia
viene immortalato sotto una luna soffusa.


Tutto è ramificato nell’ intimo della vita.

Osservo il lento ondeggiare dei pescherecci
ritmi asimmetrici  sedotti dal silenzio
raccontano i sogni al giorno che muore.

Radente il molo contemplo il mondo.

Ogni pensiero è una favola inestinguibile
e tutto rivive in questo lungo scenario
mentre la citta’ dorme nel suo tepore.

Ed io, rovescio i miei sentimenti.

Impassibile.

Là dove l'unica dissonanza
inonda la perfezione del mio respiro.

Ma tu, sei troppo lontana al di la’ della luce
e solo mi lasci sopra sponde incantate…


mercoledì 5 febbraio 2014

Una rete d'amore




E' stato un'incontro riservato
nell'immensa costellazione celeste.

Cammino radente, lungo la sponda
d'un alveo oramai dissecato,
e la mente ritorna  ad esplorare
la vestigia impressa nel tempo remoto.

Vene umane arse dalla fatica
assaporano l'infinita gioia
d' una verita' feconda
sotto l'interminabile arco del sole.

Ogni divenire scatena l'urlo del cuore.

Nel mentre un folle verbo
richiama l'ennesimo desiderio
e libera le colpe d'una coscienza
sempre piu' avvolgenti
dentro questa fitta rete d'amore.

martedì 4 febbraio 2014

Una lacrima di luce




Siamo composti di solitudine.


Catene che pesano nel grembo
come il turbinio del vento
che spande silenzio nella notte.

Sempre assorto rimane il canto
dove nessun frammento d’amore
s’annida nell’alito del mondo.

Danze di farfalle
cesellano la magia di mille colori
gli stessi che dipingono
occhi senz’alcun respiro .

Così silenziosi
nella follia della luna.

Così persi
dentro una lacrima di luce.

lunedì 3 febbraio 2014

Un orizzonte sconosciuto







Il vagito della sera
mi trasporta in ricordi lontani
nella recondita armonia dell'anima.

Ascolto sensazioni di una voce lontana.

Immagini riflesse nella magia della luna
divengono l'incanto della passione
mentre il desiderio di un tramonto
vive intensamente sulla tua pelle.

Ti guardo assorto.

Rapito dai mille colori di Monet,
riecheggia nel tuo intimo
il battito veloce di una palpebra.

Le dune di questa poetica
s’immortalano dentro rime d'amore,
gioco insperato d'abbracci solitari.

Mia dolcissima,
vorrei cullarti sulla giostra dei giorni futuri,
dedicarti un calore che lievita nella felicità.

Impetuoso.

E donarlo ad un orizzonte sconosciuto…

venerdì 31 gennaio 2014

Presentazione del libro "Il costo della vita" di Angelo Ferracuti




 
 
Ferracuti Angelo nato a Fermo il 06.07.1960
scrittore e giornalista de "Il Manifesto" 
 
 

L''Associazione Villa Cagnano venerdì 7 Febbraio alle ore 18,00 presso l'antico frantoio Bellini di Cagnano di Acquasanta T., presenta Angelo Ferracuti con la sua ultima opera letteraria dal titolo "Il costo della vita" edito da EINAUDI.
 
Condurrà la serata la Dott.ssa Sabrina Cava con la partecipazione straordinaria del poeta Emilio Mercatili che terrà la recensione al libro di Ferracuti.
 
Leggerà alcuni passi del libro l'attrice teatrale Daniela Agostini.
 
Nei cantieri Mecnavi di Ravenna il 13 marzo del 1987 tredici operai morirono asfissiati nelle stive di una nave, la Elisabetta Montanari.
Il libro rende omaggio alle vittime nel modo più forte e più naturale raccontandone la storia
 
Angelo Ferracuti è reporter e scrittore. Ha collaborato con “ Diario” e oggi con " Il manifesto”.
 
Ha pubblicato, fra l’altro i romanzi:

 Norvegia (Transeuropa 1993), Attenti al cane (Guanda 1999), Nafta (Guanda 2000), Un poco di buono (Rizzoli 2002) e
reportage narrativi: Le risorse umane (Feltrinelli 2006), Viaggi da Fermo (Laterza 2009, ) Il mondo in una regione(Ediesse 2009).


 
Tratto dal libro


"Porto di Ravenna, cantieri navali Mecnavi, 13 marzo del 1987. Mentre alcuni operai stanno ripulendo le stive della Elisabetta Montanari, nave adibita al trasporto di gpl, e altri colleghi tagliano e saldano lamiere con la canna ossidrica, una scintilla provoca un incendio. Le fiamme si propagano con una rapidità inarrestabile. È la tragedia. Tredici uomini muoiono asfissiati a causa delle esalazioni di acido cianidrico.
 Tredici lavoratori morti come topi, come tredici era il giorno di quel mese, tutti asfissiati nel ventre della balena metallica. «Non credevo che esistessero ancora simili condizioni di lavoro, a Ravenna, alle soglie del Duemila», disse il procuratore capo della Repubblica Aldo Ricciuti che svolse le indagini. La tragedia poteva essere evitata? La giustizia ha poi «ripagato» le vittime e i famigliari? Ognuno dei tredici operai, quel giorno maledetto ha lasciato una famiglia, amici, affetti, ricordi. Ventisei anni dopo, Angelo Ferracuti si fa carico di ciascuna di queste storie e di queste vite interrotte. Decide di andare sul luogo della tragedia e di parlare con i protagonisti: i vigili del fuoco che estrassero i cadaveri, i medici del 118, gli infermieri, gli operai sopravvissuti, i famigliari delle vittime, i sindacalisti, gli imprenditori, il cardinale Ersilio Tonini che pronunciò l'omelia in cui paragonò i picchettini a topi che strisciavano nel ventre delle navi e che lí rimasero intrappolati. Giorno dopo giorno, Ferracuti ascolta e raccoglie le voci di chi quel 13 marzo c'era, ne attraversa i ricordi, il dolore, la rabbia. Rivive i luoghi, entra piano piano, delicatamente e con partecipazione, nelle vite dei tredici operai e nel loro mondo per cercare di avvicinarsi al peso feroce della tragedia. Una tragedia dopo la quale la vita e i pensieri di chi è rimasto coinvolto semplicemente cambiano e niente sarà piú come prima.
"

Sapevo del tuo amore


 
Poesia, tu non morirai
nelle tenebre notturne,
la tua casa è là dove ognuno

respira il silenzio della solitudine.

La tua luce seduce
il riflesso di questo bacio,
e l'esilio chiama la speranza infinita.

Traggo forza nel lamento
delle tue labbra,
mentre risvegli la mia carne
come purezza cristallina dell’anima.

Non piansi allora.

Accarezzai i tuoi capelli
come petali bianchi fissati alle stelle,
mentre la voce del vento
scuoteva soavemente il grano.

Le cose semplici
era il nostro vivere.

Ho trovato in te
il rifugio da intemperie
ed inferi silenti.

Amo descriverti nel cielo.

Perchè sapevo del tuo amore.

giovedì 23 gennaio 2014

Occhi colmi di pianto





Lento è il cammino di questa luce.


Giochi diffusi d’archi e messali antiche
fuoriescono dalla notte trascorsa
nell’ azzurra distesa di mare.

L’intreccio di onde marine
scolpiscono cristalli salmastri
là dove rinasce l’immenso vivere.

Resto ai bordi di una scogliera.

Contemplo i movimenti delle nuvole
come immortali respiri
che ondeggiano ubriachi nell’infinito.

In silenzio tendo le mani.

Accarezzo granelli di sabbia dorata
e come un naufrago perso nell’immenso
asciugo questi occhi colmi di pianto.

venerdì 17 gennaio 2014

Perdonami







Perdonami
il disperato richiamo
perso nel limite dissacrato
della notte passata.

Perdonami
questa gioia velata
che non s'arrende
al gemito ignoto
scavato sul piano
del nostro incontro.

Tu, mia unica ragione.

Esausto pensiero
d'un canto d'amore.

domenica 12 gennaio 2014

Ti cerco



Ti cerco intensamente
nelle lacrime della notte,
nel frastuono di suoni,
nella solitudine del cuore.

Ti cerco nel nulla,
laddove intrecci di mani
modellano appendici
di respiri fecondi.

Ti cerco
nel quotidiano attrito
perso nelle preghiere.

Ti cerco
nella dolce freschezza
di un bacio,
nella tela infinita
degli eventi dell'anima.

Ti cerco nella bellezza
dei tuoi occhi,
mistero di una radiosa
notte d'amore....

giovedì 2 gennaio 2014

Un soffio di vita






Ho dipinto l’oscurita’
della mia esistenza,
sottraendo all'anima
le nere vestali
sospinte dal vento.

Le notti passano insonni
nella disperata ricerca
d'un confine senza colore.

E la narrazione del cuore
si perde nella pienezza
d'un incontro amorevole.

Solo l’argine di un fiume in piena
s' innalza dal suo alveo morente
come la fissa dimora del verbo
perso nella  folle solitudine.

Lasciatemi per una sola notte
questa  dolce poesia.

Sigillatemi dentro spirali di fumo.

Affinche’ un soffio di vita
riprenda il suo lento cammino.