"Scrivere poesie non è difficile.Difficile è viverle.." Charles Bukowsky

venerdì 31 gennaio 2014

Presentazione del libro "Il costo della vita" di Angelo Ferracuti




 
 
Ferracuti Angelo nato a Fermo il 06.07.1960
scrittore e giornalista de "Il Manifesto" 
 
 

L''Associazione Villa Cagnano venerdì 7 Febbraio alle ore 18,00 presso l'antico frantoio Bellini di Cagnano di Acquasanta T., presenta Angelo Ferracuti con la sua ultima opera letteraria dal titolo "Il costo della vita" edito da EINAUDI.
 
Condurrà la serata la Dott.ssa Sabrina Cava con la partecipazione straordinaria del poeta Emilio Mercatili che terrà la recensione al libro di Ferracuti.
 
Leggerà alcuni passi del libro l'attrice teatrale Daniela Agostini.
 
Nei cantieri Mecnavi di Ravenna il 13 marzo del 1987 tredici operai morirono asfissiati nelle stive di una nave, la Elisabetta Montanari.
Il libro rende omaggio alle vittime nel modo più forte e più naturale raccontandone la storia
 
Angelo Ferracuti è reporter e scrittore. Ha collaborato con “ Diario” e oggi con " Il manifesto”.
 
Ha pubblicato, fra l’altro i romanzi:

 Norvegia (Transeuropa 1993), Attenti al cane (Guanda 1999), Nafta (Guanda 2000), Un poco di buono (Rizzoli 2002) e
reportage narrativi: Le risorse umane (Feltrinelli 2006), Viaggi da Fermo (Laterza 2009, ) Il mondo in una regione(Ediesse 2009).


 
Tratto dal libro


"Porto di Ravenna, cantieri navali Mecnavi, 13 marzo del 1987. Mentre alcuni operai stanno ripulendo le stive della Elisabetta Montanari, nave adibita al trasporto di gpl, e altri colleghi tagliano e saldano lamiere con la canna ossidrica, una scintilla provoca un incendio. Le fiamme si propagano con una rapidità inarrestabile. È la tragedia. Tredici uomini muoiono asfissiati a causa delle esalazioni di acido cianidrico.
 Tredici lavoratori morti come topi, come tredici era il giorno di quel mese, tutti asfissiati nel ventre della balena metallica. «Non credevo che esistessero ancora simili condizioni di lavoro, a Ravenna, alle soglie del Duemila», disse il procuratore capo della Repubblica Aldo Ricciuti che svolse le indagini. La tragedia poteva essere evitata? La giustizia ha poi «ripagato» le vittime e i famigliari? Ognuno dei tredici operai, quel giorno maledetto ha lasciato una famiglia, amici, affetti, ricordi. Ventisei anni dopo, Angelo Ferracuti si fa carico di ciascuna di queste storie e di queste vite interrotte. Decide di andare sul luogo della tragedia e di parlare con i protagonisti: i vigili del fuoco che estrassero i cadaveri, i medici del 118, gli infermieri, gli operai sopravvissuti, i famigliari delle vittime, i sindacalisti, gli imprenditori, il cardinale Ersilio Tonini che pronunciò l'omelia in cui paragonò i picchettini a topi che strisciavano nel ventre delle navi e che lí rimasero intrappolati. Giorno dopo giorno, Ferracuti ascolta e raccoglie le voci di chi quel 13 marzo c'era, ne attraversa i ricordi, il dolore, la rabbia. Rivive i luoghi, entra piano piano, delicatamente e con partecipazione, nelle vite dei tredici operai e nel loro mondo per cercare di avvicinarsi al peso feroce della tragedia. Una tragedia dopo la quale la vita e i pensieri di chi è rimasto coinvolto semplicemente cambiano e niente sarà piú come prima.
"

Sapevo del tuo amore


 
Poesia, tu non morirai
nelle tenebre notturne,
la tua casa è là dove ognuno

respira il silenzio della solitudine.

La tua luce seduce
il riflesso di questo bacio,
e l'esilio chiama la speranza infinita.

Traggo forza nel lamento
delle tue labbra,
mentre risvegli la mia carne
come purezza cristallina dell’anima.

Non piansi allora.

Accarezzai i tuoi capelli
come petali bianchi fissati alle stelle,
mentre la voce del vento
scuoteva soavemente il grano.

Le cose semplici
era il nostro vivere.

Ho trovato in te
il rifugio da intemperie
ed inferi silenti.

Amo descriverti nel cielo.

Perchè sapevo del tuo amore.

giovedì 23 gennaio 2014

Occhi colmi di pianto





Lento è il cammino di questa luce.


Giochi diffusi d’archi e messali antiche
fuoriescono dalla notte trascorsa
nell’ azzurra distesa di mare.

L’intreccio di onde marine
scolpiscono cristalli salmastri
là dove rinasce l’immenso vivere.

Resto ai bordi di una scogliera.

Contemplo i movimenti delle nuvole
come immortali respiri
che ondeggiano ubriachi nell’infinito.

In silenzio tendo le mani.

Accarezzo granelli di sabbia dorata
e come un naufrago perso nell’immenso
asciugo questi occhi colmi di pianto.

venerdì 17 gennaio 2014

Perdonami







Perdonami
il disperato richiamo
perso nel limite dissacrato
della notte passata.

Perdonami
questa gioia velata
che non s'arrende
al gemito ignoto
scavato sul piano
del nostro incontro.

Tu, mia unica ragione.

Esausto pensiero
d'un canto d'amore.

domenica 12 gennaio 2014

Ti cerco



Ti cerco intensamente
nelle lacrime della notte,
nel frastuono di suoni,
nella solitudine del cuore.

Ti cerco nel nulla,
laddove intrecci di mani
modellano appendici
di respiri fecondi.

Ti cerco
nel quotidiano attrito
perso nelle preghiere.

Ti cerco
nella dolce freschezza
di un bacio,
nella tela infinita
degli eventi dell'anima.

Ti cerco nella bellezza
dei tuoi occhi,
mistero di una radiosa
notte d'amore....

giovedì 2 gennaio 2014

Un soffio di vita






Ho dipinto l’oscurita’
della mia esistenza,
sottraendo all'anima
le nere vestali
sospinte dal vento.

Le notti passano insonni
nella disperata ricerca
d'un confine senza colore.

E la narrazione del cuore
si perde nella pienezza
d'un incontro amorevole.

Solo l’argine di un fiume in piena
s' innalza dal suo alveo morente
come la fissa dimora del verbo
perso nella  folle solitudine.

Lasciatemi per una sola notte
questa  dolce poesia.

Sigillatemi dentro spirali di fumo.

Affinche’ un soffio di vita
riprenda il suo lento cammino.