"Scrivere poesie non è difficile.Difficile è viverle.." Charles Bukowsky

giovedì 29 maggio 2014

Sei tu




Sempre il silenzio
invade la seduzione
della notte.

Il riflesso del tuo amore
pervade le confidenze
dei nostri sogni
e la vita si condensa
nella velata gioia
di un abbraccio infinito.

Questo è il dolcissimo
navigare dei respiri.

Infiniti come trapassi
dell'anima.

Lucenti come pupille
intrise di pianto.

lunedì 19 maggio 2014

Dirupo dell'anima




Ho perso l'unita' di misura del tempo.

Non ho stabilito una forma, una regola,
una ragione nel seno dell'esistenza.

Percorro a memoria lente agonie
scritte nell'intimo del cuore
come  lame che penetrano
nel folle turbinio dei miei ricordi.

Cerco una verita' feconda, intatta,
nel vasto rendiconto del mio vissuto.

Resto fortemente aggrappato
ad un sottile filo senz'alcun colore,
sospeso nel profondo dirupo dell'anima
laddove la verita' diviene illogica e scandalosa
difronte la ragione dell'essere umano.

Questa poverta' denuda l'inconscio.

Scarne parole s'infrangono nel nulla
e risuonano con infinita sofferenza.

Ed io cerco di salvarmi dall'irrazionale
mentre continuo a celare un mistero
dentro l'eterno peccato originale...

sabato 17 maggio 2014

Reading di poesia a Recanati (MC) -Centro Studi Leopardi- 10 Maggio 2014








Il tema del reading era inerente le Marche.

Nel contesto generale ho declamato tre poesie, in particolare:

Madonna Lauretana (dedicata alla Beata Vergine di Loreto)
Quintodecimo (dedicata al borgo romano posto nel cuore dei monti Sibillini)
Io devo lavorare (dedicato agli operai della Fincantieri del porto di Ancona)


QUINTODECIMO

Una luce prealbare
ondeggia sulla verde collina
ed un'ombra si china sulle finestre
in attesa che il richiamo dei merli
risvegli l'antico borgo romano.

La vecchia chiesa sul ponte
aspetta di compiere il suo dono
mentre il vento amico
 saluta la vasta distesa di castagni .

Ognuno vive il respiro del fiume.

l'antico Tronto fiore di deserti
la' dove aceri ed olmi s'inchinano
lungo le sue sponde.

Si ammantano i prati verdi
all'imminente rito del grano
ed il candore del sole di giugno
s’ espande sopra la croce antica.

I passeri saettano diagonali
nel  vasto perimetro della vecchia Salaria.

Tutto il contorno e’ oro purissimo
come le faggete che il vento scuote
sopra le ripe delle Conche.

La nostra è una leggenda d’ infanzia
che ritorna ogni solstizio d’estate
persa tra parole e racconti di fate turchine.

E sulle labbra dei vecchi abitanti
ancora oggi assaporo l’amore
di una terra madre che si addormenta
nell’ultimo nugolo di stelle.




MADONNA LAURETANA

Ogni mattina 
 un treno stanco
sosta per pochi attimi
 lungo gli argini 
d’ una vecchia stazione.

Dal fondo del piazzale
osservo la cupola
del maestoso Santuario
posto al culmine del colle.

D’incanto 
la strada diviene 
la via del mio patibolo
 la' dove un senso
di ampia vertigine
 penetra dentro un altare.

Il mio cuore
 consuma un breve olocausto
fisso nel volto della Vergine Madre.

E tu Maria
 soave nuvola d'oro
accogli l'estrema seduzione 
delle nostre anime
come le prime fioriture 
di rose in Maggio
 le stesse che sbocciano
sopra la tua veste candida
corolla immensa 
della tua divina creazione.





IO DEVO LAVORARE

Una vita respinge all'istante
il muto respiro di spettacoli
senza prove d'amore 
e fatti  materiali privi d'illusione.

Mi colpisce l'affanno del mondo.

Ancor di piu' mi colpisce
 la precisione del tempo
lungo la sua girevole funzione
la' dove traghetta difformi voci
che fuoriescono dal fumo rovente
di mille saldatrici elettriche.

Spezzoni di lamiere e manufatti
-ingrigiti da questa pioggia-
restano appesi dentro vecchi opifici.

Ristagna nell'aria scura
l'ultimo singhiozzo proletario
l'ultima tuta blu' che resiste
legata all'eterno filo spinato
di una croce insanguinata.

Malgrado la dannazione totale
di una globalita' morente
-imbandita sulla tavola del capitale-
ascolto nelle viscere  del mare
l'ululato del potere che invade
ed uccide la nostre coscienze.
Nulla e' cambiato nell'universo
anche per te onesto "operaio"
l'orizzonte resta spento e opaco
mentre il vento sinistro
soffia ancora piu' forte sui fuochi
che presidiano nella notte

il vecchio cancello del molo.