"Scrivere poesie non è difficile.Difficile è viverle.." Charles Bukowsky

lunedì 17 ottobre 2011

Sabato 22 Ottobre 2011.......


Per questa serata, dedicata ai 150 anni dell' Unita' d'Italia, mi è stato chiesto di proporre una poesia, piu' che ricordare le gesta eroiche di Garibaldi e Mazzini, ho voluto ricordare qualcosa di piu' recente: quella terribile telefonata tra affaristi e palazzinari che si prendevano gioco e ridevano mentre la povera gente moriva sotto le macerie, questo fatto non puo' essere dimenticato.....





IO NON RIDEVO ALLE 3.32 di QUELLA NOTTE
(terremoto dell’Aquila)

Nessuna coincidenza con la morte
tutto era crollato sotto i nostri occhi
e la giusta puntualita’ dell’ urlo nel silenzio
si spegneva con il respiro della terra...

Io non ridevo all’Aquila alle 3.32 di quella notte…

Ogni atto umano muta ed incombe nel pianto
uomini unti dalle spirali del grande potere
spezzano l’anima della nostra poverta'...

Io non ridevo all’Aquila alle 3.32 di quella notte….
quando una telefonata sprezzante
si perdeva in feroci risate sul dolore altrui,
mentre il boato ed il tremore della montagna
inghiottiva l’ultima paura di un bambino...

Io non ridevo all’Aquila alle 3.32 di quella notte…
laddove la miseria è colpevole per definizione
e.. la ricchezza è innocente per ontologia…

6 commenti:

  1. Posso pubblicarla sul mio blog di poesia?
    Fammi sapere, grazie.

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  2. Cara Gianna,grazie....va bene....EMILIO

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  3. La poesia è bella, forte e con emozione.

    Un bacio.

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  4. parole dure meritano certi idioti che non distinguono il tempo per ridere da quello per piangere. Significativa e toccante! un abbraccio, Maria Cavallaro

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  5. Ciao Emilio .. . ho letto la tua poesia da Gianna e mi ha profondamente colpito.
    Ti incollo il commento che ho lasciato da lei sperando che ti faccia piacere.
    Questa poesia ci riporta a pensare ad un momento di dolore.
    Un dolore che noi possiamo solo immaginare mentre per gli aquilani è un dolore che non passa come le macerie che resteranno negli occhi di chi ha vissuto quella immane tragedia.
    E quella telefonata di esseri umani(???) che ridono e pensano già a come lucrare sulle tragedie della povera gente rappresenta un dolore nel dolore e mai, al pari del "respiro della terra", potrà essere dimenticata perchè vivrà nel sentire comune della gente che ha sofferto e che si è sentita anche presa in giro e manipolata dal potere meschino di uomini che stanno interamente nella citazione latina di Plauto "homo homini lupus" . L'egoismo e la malvagità, spesso, prevale negli uomini ricchi di potere e che smaniano per arrivare a maneggiare sempre più danaro e non gli importa di passare sui "cadaveri" e sul dolore di chi ha perso tutto.
    Versi toccanti per una tragedia che è ancora ( e lo sarà per sempre) nel cuore degli aquilani e che non arresta la solidarietà di noi tutti.
    Grazie Emilio per aver fissato questi tuoi sentimenti in questi bellissimi quanto "reali" versi ..
    Ciao! Un bacione!

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  6. Grazie Miryam del tuo commento, un modo come un'altro per ribadire davanti ai nostri politici e persone comuni (sabato sera in quel di San Benedetto del Tronto auditorium comunale) che il dramma è ancora vivo...molte persone vivono ancora nei container e casette di legno....(anche di terremoti recenti) non ci sono stati piani di messa in sicurezza dell'ambiente e maggiormente coloro che dovevano provvedere in primis a coordinare il ripristino di un minimo di vita civile....oggi sono inquisiti e sotto inchiesta dai nostri tribunali italiani per interessi economici e personali...con molta semplicita' quel IO NON RIDEVO.....c'è racchiuso tutto: Rabbia, vergogna, tristezza......e soprattutto l'indignazione di quei morti sotto le macerie! Un abbraccio EMILIO

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