Dolci colombe
risalgono il cielo immenso,
trasportando
l’angoscia morente di una poesia.
Anfratti cinestetici adombrano sillabe
che s’addensano multiformi
nella forza disumana delle mie parole.
Questa poesia vive nella verita’ feconda,
nella sua logica anticonvenzionale,...
e senz’alcuna esasperazione figurativa
riassume l’infinita polivalenza
d'una esistenza che rappresenta
la geometria persa
nella sua variabile d'amore.
Io vivo stancamente nell'impossibilità
che una stesura di sillabe acroamatiche
si perdano nel silenzio assoluto
di una cella di misera speranza.
Nel calvario delle ore spente
lessi alla follia le parole di Puskin,
versi che persi nelle emozioni della notte
dicevano in silenzio:
" Ti amai, anche se forse ancora
non è spento del tutto l'amore"
E da allora nulla fu' cosi appagante.
Sognai nel calvario della mia vita
un dedalo di purissime emozioni
raccolte nell’incanto di un mattino,
quando rubavo il tempo alla verità
di un fotogramma immobile, fragile,
sindone immensa scolpita nei tuoi occhi.
che muore nella cerchia di parole,
un volto appassito che disperde
cristalli di pianto nella notte
disegnando una bianca luna
sulle dolci onde del mare.
Sperare, sognare e amare....un abbraccio poeta di strada!!!!
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