Carissimo Armando,
ti vorrei riabbracciare ancora nell'olimpo della vita
laddove nessun tempo reale è scaduto,
e nella
sua imperfezione la metrica degli ideali
vive nel segreto dei movimenti fecondi
Hai abbracciato il breve respiro delle
cose
nascosto nel baratro di una lucida libertà
come scienza inesatta che dal nulla
penetra nelle nostre conoscenze
irreali.
Mi chiedo in quale spazio
emigrare affinche’ il frastuono
della vita non uccida
nostro fratello?
In quale spazio stazionare ove nessun ordine
giunga ad indire proclami e
cerimonie?
Mi resta il silenzio dei
giorni persi.
Ideali insanguinati nella
notte,
pietre rapite da tombe
ignote,
pugni chiusi dentro fabbriche occupate.
Carissimo Armando,
Quando gli occhi si
chiuderanno
sventoleremo la nostra bandiera rossa
contro il futuro opulento e distorto
che macchia la nostra bara quotidiana
ed uccide le coscienze proletarie.
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